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11: Originals

Quanto è difficile essere originali? Lo spunto ci viene dalle puntate precedenti, dove abbiamo ospitato band emergenti italiane e ci siamo chiesti quale avremmo messo sotto contratto, se fossimo stati dei discografici. Chi è stato davvero originale? Storicamente quali sono gli artisti che lo sono stati? Vi proponiamo una carrellata di artisti che secondo noi […]

dEUS, Worst Case Scenario

(Recensione scritta col senno di poi)

Con mio sommo disappunto ho scoperto che in internet viene citato da più parti “The Ideal Crash”, mentre molti non hanno ascoltato il primo disco della band di Tom Barman.

Venivano da Antwerp, Belgio. Come dire da nessun luogo, almeno sul mappamondo indie. Era il 1994 e dal nulla comparvero i dEUS su Island Records. Il mio primo ricordo è il video di “Suds and Soda” in 120 Minutes, trasmissione di Culto di MTV presentata da Paul King (quello dei King e di “Love and Pride”).

Il marchio di fabbrica dei dEUS erano le ripetizioni monotone di una stessa nota o gruppi di note ( in termine tecnico “pedale”), spesso all’unisono con violino e chitarra, come nell’apertura di “Suds and Soda”: due note a singhiozzo che accompagnano tutto il brano, seguite da un chitarrone pesante. La canzone parte lenta poi veloce, si ferma, salta, riparte nel chorus ”suds and soda mix ok with beer, can i, break your sentiment”, mentre Stef Kamil Carlens il bassista inizia a urlare, anzi ad abbaiare ad intervalli regolari. Canzone costruita su 10 idee diverse. Grandissimi. Con break quasi zappiani, senza mai diventare così pesanti. Adrenalina.

Poi “Via”, che inizia con un tuffo in mare. E di nuovo le due note di violino sorelle di “Suds and Soda”, una distorsione e Tom che canta euforico, non si riesce a trattenerlo “gonna hit it against a rock…hit it” e ti viene voglia di saltare anche te. Poi anche qua si ferma e nel breakdown ci comunica “I skipped the part about love”.

Il capolavoro però è il pezzo più introverso “Hotellounge”, i brividi mi tornano ogni volta. Lenta ballata. È solo seduto al tavolo, nel bar di un hotel. Nella parte in crescendo, introdotta dal verso rassegnato “ …and It’s so hard to keep the dream alive” introdotto da un TLATAK! di creepiana memoria chiude il verso con “and if all comes down to this I will…have another sigarette, I tend to forget…” una delle migliori costruzioni liriche mai sentite, è il tempo della memoria, soli ad aspettare e la conclusione logica di questo tumulto di pensieri è quella di accendersi una sigaretta. Il tempo è fermo. Non succede nulla, fumiamoci sopra. Non si può cambiare il passato.

Il resto è un mix di deliri pseudozappiani, isteria pixies e pavementiana, e cambi di tempo. E dinamiche. Ma grandi canzoni pop. Le parti deliranti sono sotto controllo, sempre funzionali al pezzo. Con mille strumenti, a quel tempo non necessariamente indie-ortodox, a cominciare dal violino che a volte sostituisce i feedback delle chitarre, le imita.

Questo disco rimane il loro capolavoro. “In A Bar Under the Sea”, titolo di benniana memoria non si ripeteranno e in “The Ideal Crash” neppure. That is.

Se vi piacciono i dEUS procuratevi questa pietra miliare. E se non vi piacciono ancora, pure. Non mi piacciono le recensioni scritte a posteriori, ma questa era necessaria.

Tracklist

"Intro" (Tom Barman, Jules de Borgher) – 0:24
"Suds & Soda" (Deus) – 5:14
"W.C.S. (First Draft)" (Barman, Stef Kamil Carlens)– 5:05
"Jigsaw You" (Barman, Carlens) – 2:26
"Morticiachair" (Deus) – 4:23
"Via" (Barman, Mark Meyers) – 4:12
"Right as Rain" (Barman, Rudy Trouvé, Carlens) – 4:27
"Mute" (Barman) – 3:57
"Let's Get Lost" (Barman, Carlens) – 4:23
"Hotellounge (Be the Death of Me)" (Barman, Trouvé) – 6:23
"Shake Your Hip" (Deus) – 0:41
"Great American Nude" (Trouvé) – 5:39
"Secret Hell" (Barman) – 4:59
"Divebomb Djingle" (Carlens, Ward, Christie) – 3:00

  • Titolo: Worst Case Scenario
  • Artista/Band: dEUS
  • Anno di pubblicazione: 1994
  • Etichetta: Island
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