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11: Originals

Quanto è difficile essere originali? Lo spunto ci viene dalle puntate precedenti, dove abbiamo ospitato band emergenti italiane e ci siamo chiesti quale avremmo messo sotto contratto, se fossimo stati dei discografici. Chi è stato davvero originale? Storicamente quali sono gli artisti che lo sono stati? Vi proponiamo una carrellata di artisti che secondo noi […]

Top 10 Album 2011

Cover Album

10. ANNA CALVI
Anna Calvi

[Domino]

La cantautrice di malcelate origini italiane si è imposta sulla scena britannica e mondiale con un album noir che rasenta la perfezione. La voce robusta ed imponente si staglia nello spazio strumentale cupamente attorcigliato su se stesso, ed intona alcuni capolavori quali “Suzanne And I” o l’incipit da film dei fratelli Cohen “Rider To The Sea”.

Il disco non perdona e cattura fin dal primo giro nel riproduttore. E noi a malincuore la posizioniamo all’ultimo posto disponibile della top ten.
Cinematografabile.

9. THE KILLS
Blood Pressure

[Domino]

Alison Mosshard e Jamie Hince si riuniscono nel loro garage immaginario e ritorna la magia. Nell’anno del definitivo scioglimento dei White Stripes si può dire che il genere minimalista vive ancora negli scantinati di Londra. Un album che sorprendentemente rivela inflessioni blues, dance, gospel e gotiche, pur mantenendo una sana matrice punk.

E noi, deboli come siamo, ci ricaschiamo ed un posticino nella classifica glielo riserviamo ancora. Non ce ne voglia PJ Harvey
Scantinabile.

8. tUnE-yArDs
W H O K I L L

[4AD]

Dadaista, sperimentale, afro, Low-Fi. Ecco come definiremmo questo album di Merril Garbus dal New England, USA, al secolo tUnE-yArDs. Malgrado sia stata un tantino pompata dalla stampa compiacente (Pitchfork), l’artista non manca di stupire con la sua forma musicale multicolore, non inquadrabile in alcun genere ben definito, una sorta di cut’n paste multimediale.

E ci sorprendiamo a canticchiare la voce poco femminile dell’artista sotto la doccia…
Copia e incollabile.

Cover Album

7. THE DECEMBERISTS
The King Is Dead

[Rough Trade]

Ma che strano questo folk-pop deiDecemberists. Così western, così country e così pop! Uscito a gennaio 2011 resiste un intero anno agli assalti degli altri album e resiste tra le migliori cose ascoltate quest’anno.

Malinconico quanto basta, si trascina un senso di autunnalità trans-stagionale, intriso di Neil Young eR.E.M., qui presenti con Peter Buck nella traccia “Down By The Water”. Insomma un disco per tutte le stagioni (ed i palati).
Svernabile.

Cover Album

6. FEIST
Metals

[Cherrytree/Interscope]

Lo sappiamo, questo disco meriterebbe di più. Abbiamo dovuto mettere da parte i facili entusiasmi e valutare l’opera con la testa e non con lo stomaco.

La bella Leslie Feist, canadese di Amhearst, al quinto esercizio discografico raggiunge decisamente il suo apice, non lasciando nulla al caso. L’album è struggente ed introverso quanto basta, ti porta a riflettere e ad esprimerti in libertà. E’ ermeneutico ed espressivo. Ma alla fine risulta un pò lento e, tendenzialmente, migliorabile. Forse l’imperfezione lo rende affascinante.
Metallizzabile.

5. THE GO! TEAM
Rolling Blackouts

[Memphis Industries]

Quanta energia sprigiona questo disco della band di Brighton, Inghilterra? Difficile a dirsi, ma ascoltando questo “Rolling Blackout” più che le scogliere inglesi vengono in mente i saliscendi delle strade di San Francisco visti in enne film e telefilm polizieschi. Un inseguimento senza termine, fino al Vanishing Point, punto di scomparsa, che rappresenta l’ultima nota dell’album.

Nulla è cambiato nella formula electro funk pop dei Go!Team rispetto alle precedenti produzioni. Ma, accidenti, quanta positività ti infonde un disco del genere!
Inseguibile.

4. JOY FORMIDABLE
Big Roar

[Canvasback]

Di tanto in tanto anche il Galles ci sorprende con delle band interessanti. E’ il caso dei Joy Formidable e della sua potente cantante Ritzy Brian. Un album che sa di My Bloody Valentine,Bloc Party ed ammicca alla scena canadese degli Arcade Fire.

Davvero troppo Shoegazer per essere vero e poco elegante per essere immacolato. Ma infine affascina e piace senza troppe sottigliezze. Le stesse che la vocalist non usa per imporre il suo cantato su una texture plurima di chitarre, rigorosamente suonate guardando le scarpe sulle pedaliere.
Smussabile.

Cover Album

3. BOMBAY BYCICLE CLUB
A Different Kind Of Fix

[Island]

Dal Nord di Londra direttamente ai nostri riproduttori musicali. Un nome originale, un sound convincente ed il successo è arrivato quasi da solo. Per la conferma però occorre mettere sul piatto una puntata maggiore, quella rarità di nome talento. Ai nostri questo non fa difetto e si sente.

Un album di canzoni scanzonate, di ritmi aritmici, di suoni mai frastuoni. Ad ogni giro si aggiunge qualcosa, un sapore o un’emozione, quasi a consolidare la corteccia delle nostre convinzioni. Un album davvero simpatico.
Simpatizzabile.

2. RIVALS SCHOOL
Pedals

[Photo Finish/Atlantic]

Come sarebbe a dire chi sono questi?? Non conoscete Walter Schreifels, leader storico della scena Hardcore newyorkese, ex Gorilla Biscuits e Quicksand? Beh allora vi siete persi qualcosa, nella sua reincarnazione post-rock. Se già il primo album dei RS aveva colpito, con questo siamo affondati.

Senza accorgercene ha soddisfatto appieno la nostra voglia di rock_and_roll, così assopiti com’eravamo a gustare sound multicolori e plurielettronici. Poi, guardando il contatore degli ascolti abbiamo scoperto che i Rival Schools quest’anno avevano vinto per distacco. Troppo semplice per essere disco dell’anno, ma ci è mancato pochissimo. E la lingua batte dove il rock …rolla!
Riascoltabile.

1. THE HORRORS
Skying

[XL]

Chiamatelo il disco della maturità artistica oppure il disco della svolta. Per noi è il migliore del 2011. Faris “Rotter” Badwan e soci hanno concepito un album che traghetta la musica indie inglese dai Joy Division aEcho And The Bunnymen, ammiccando a Julian Cope ed i Verve.

Il tutto splendidamente contemporaneo. Meno ruvido di “Strange House”, l’esordio. Ma più ricercato di “Primary Colours” l’ottimo secondo album. 10 brani sospesi in un limbo sonoro che ti cattura e gentilmente stordisce, fino a lasciarti esanime sul divano, magari osservando una lava-lamp fino a stare male. E come bolle di cera calda i vostri pensieri volteggeranno nel liquido amniotico della malinconia, fino a raffreddarsi e tornare sulla terra.
Lisergibile.

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