In pochi minuti il server del sito dei My Bloody Valentine è andato in tilt. E’ bastato l’annuncio della possibilità di acquistare in download il nuovo album della band irlandese di Kevin Schields and partners che milioni di persone si sono simultaneamente collegate per ottenere il tanto agognato follow-up di Loveless, ben 22 anni dopo.

Come interpretare questo evento?

Con bel come volevasi dimostrare (cvd), ad esempio! Sono anni che professiamo la mancanza assoluta di sperimentazione da parte delle band contemporanee, salvo alcune rarissime ed incomprese eccezioni. C’era bisogno di loro, come punto di ri-partenza, una sorta di Ground Zero musicale, per ricostruire una nuova dignità della musica alternativa. Da quel poco che trapela il sound sembrerebbe proprio molto vicino a quello cui i MBV ci avevano abituati con textures sghembe di chitarre e le parti vocali annegate al loro interno come uno strumento sbiadito. La base insomma dei prossimi vent’anni di psichedelia. Non vediamo l’ora di recensirlo e trasmetterlo da queste frequenze.

Sono passati 40 anni dalla pubblicazione di Raw Power di Iggy Pop ed i suoi Stooges e c’è tanta voglia di Rock and Roll, di quel R&R così pane e salame, così spontaneo, così travolgente. Arriverà forse ad Aprile (il 16) con il nuovo album degli Yeah Yeah Yeahs?

Oppure ci penseranno gli spesso sopravvalutati concittadini The Strokes?

Tra gli album annunciati nel 2013 ci sno alcuni come back interessanti come i Primal Scream del mai domo Bobby Gillespie (maggio), gli Suede (marzo) di un redivivo Brett Andreson e i Babyshambles di un ripulito Pete Doherty.

Tra le varie band che ci aspettiamo spiccano i Warpaint, i Foals (molto pompati dal NME), i Palma Violets, Hurts, White Lies, Deap Vally e persino The Knife.

Poi, non dite che non ve l’avevamo detto….