Pochi personaggi suscitano in me simpatia e rispetto come James Newell Osterberg Jr. al secolo Iggy Pop.
Eppure la sua musica l’ho sempre trovata altalenante, con picchi di assoluta bellezza e passaggi (quasi) a vuoto.
Ad esempio con gli Stoogies mi agito ancora ad ascoltare “I Wanna Be Your Dog“, “No Fun” e “Tv Eye” per non parlare dell’effetto che mi fa “Search And Destroy“, una specie di sindrome di Stendhal per la musica. Il resto pero lo ascolto svogliatamente, quasi non fosse suo.
Anche Iggy solista trovo abbia lo stesso andamento, da “Passenger” a “Candy” con Kate Piersson dei B 52’s ho raggiunto un numero di ascolti elevatissimo, mentre altri brani stento a classificarli nei vari album.
Eppure quell’icona, quel suo volto scavato e la capigliatura improbabile, quel suo essere una specie di Andy Warhol del rock and roll lo rende irresistibile.
Ma quello che davvero non ti aspetti è il lato culturale del personaggio.
Provate ad esempio ad ascoltare uno dei suoi programmi per la BBC Radio 6, “Iggy Confidential”.
Al di la della sua voce profonda e trascinata, da grande guru della musica, che impersonifica la quintessenza della radiofonia, presenta una varietà di sound davvero sorprendente.
Troverete una tracklist a 360 gradi, dal folk al punk alla musica elettronica, dalla musica etnica al rap, una lunga linea trasversale che accompagna l’ascoltatore dentro brani che altrimenti non avrebbe mai ascoltato.
Nelle sue playlist possiamo trovare Frank Sinatra, i Tame Impala ed i Kraftwerk. Oppure le Ex Hex, James Brown e Nikki Lane. I suoi brevissimi racconti tra un brano e l’altro sono davvero delle chicche, la storia di 50 anni di rock and roll in poche vibranti parole. Le sue spiegazioni del perché abbia proposto i ProtoMatyr piuttosto che Thelonius Monk hanno sempre qualcosa di profondo, mai banale.
Se dovessi pensare ad un tema per la decima stagione di indiebar, penserei ad un programma così, come il suo.
Molto meno celebrato di altri artisti della sua “epoca”, brutto a dirsi ma vero, Iggy Pop in realtà li surclassa alla grande in queste poche manifestazioni: mentre Mick Jagger ha ormai poco da dire, la maturità di Higuana lascia davvero a bocca aperta.
Chapeau!