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11: Originals

Quanto è difficile essere originali? Lo spunto ci viene dalle puntate precedenti, dove abbiamo ospitato band emergenti italiane e ci siamo chiesti quale avremmo messo sotto contratto, se fossimo stati dei discografici. Chi è stato davvero originale? Storicamente quali sono gli artisti che lo sono stati? Vi proponiamo una carrellata di artisti che secondo noi […]

Cartoline dalle vancanze

Il ritorno alla normalità, al “travaglio usato” per citare Leopardi, è sempre qualcosa di traumatico e utilizziamo questo spazio per fare alcune riflessioni.

La nostra estate è stata all’insegna della pianificazione del futuro di indiebar, dello store e della nona stagione che verrà, oltre ad alcuni dj set estemporanei. Abbiamo lavorato al perfezionamento dei meccanismi che si celano dietro all’ “e-commerce”, come lo chiamano ormai anche i minorenni. Poi qualità della stampa da migliorare, nuove collezioni da studiare, nuove idee di divulgazione. Lasciatevi sorprendere e ne vedremo delle belle.

La t-shirt che piace di più è sicuramente la INDIE-T AMP e ne abbiamo raccolto alcune testimonianze! Ringraziamo ancora Ylenia Lucisano per il figurone che ci ha fatto fare davanti ad una piazza gremita di persone al Kaulonia Festival della Tarantella, in una serata d’agosto. Non potevamo sperare in un lancio migliore della “Vintage collection” che stiamo per arricchire di nuovi capi e prodotti.

E la musica che fine ha fatto, vi chiederete?

Quella non manca mai e ci ha accompagnato nelle nostre “vacanze”. In particolare un Morrissey che non ti aspetti, ancora molto ispirato, quasi inossidabile agli anni che passano. Era forse dai tempi di Suedehead che non si sentiva un Mozzer così in palla, a partire dal titolo dell’album, World Peace Is None Of Your Business. In pratica uno slogan che da forma ad un pensiero collettivo che esprime l’impotenza di fronte ai grandi conflitti dell’umanità, che ormai passivamente osserviamo nei titoloni rossi dei vari TIGGIVENTIQUATTRO. Come sempre Morrissey con poche parole esprime sensazioni infinite e colpisce al cuore.

Poi abbiamo finalmente apprezzato, ascoltandolo con calma, il disco dei Kasabian. Certo se si decidessero a dare dei titoli memorizzabili ai loro album forse sarebbe meglio. Dopo “West Ryder Pauper Lunatic Asylum” del 2010 sfido chiunque, eccetto i fan sfegatati, a ricordarsi tra alcuni mesi quanti minuti e secondi durava la quinta fatica del gruppo di Leicester, cioè “48:13″. Il disco in realtà presenta un sound maturo ed evoluto, a tratti molto convincente e deciso. Strizza l’occhio alla dance (“Eez-eh”) un pò come fecero i Blur con “Girls and Boys” e va oltre con una bella parte centrale fatta da due brani grandiosi quali “Doomsday” e “Treat”.

Una nota anche per l’inutile fatica dei Manic Street Preachers, alla dodicesima pubblicazione dal titolo bizzarro “Futurology”. Si perchè l’album in realtà sa di anni ’80, ma forse chiamarlo “Pastology” suonava cacofonico. A proposito di “(Real To Real) Cacophony” sa molto di Simple Minds, in particolare il giro di basso di “Theme For Great Cities” ripreso sia in “Let’s Go To War” e poi nella instrumentale “Dreaming A City (Hughesovka)”. Oltre ad una collection di guest stars infinita…

Ci sono inoltre piaciuti i Canadesi Alvvays, Sebastien Tellier e l’elettronica sconclusionata di La Roux. Così così Lana Del Rey non abbastanza figa da avere una voce così scarsa.

Troppo pochi gli ascolti per giudicare J Mascis, il nuovo dei New Pornographers, Basement Jaxx ed i Client.

Non vi resta che continuare a seguirci!

Stay tuned!! (And buy a f***ing T-shirt!)

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